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Alla fine di gennaio del 1974, l'Etna tornò in attività da una bocca apertasi quasi 6 km a Ovest rispetto al Cratere Centrale, a quota 1.675 m.
La breve eruzione del 1974 può essere suddivisa in due fasi che vanno dal 30 gennaio al 17 febbraio del primo cratere, che raggiunse circa 70 metri di altezza dopo appena tre giorni, e dall'11 al 29 marzo, un secondo cratere a circa 200 metri ad ovest del precedente, hanno un'intensa attività esplosiva di tipo stromboliano, con lanci di brandelli di magma fino a 700 m di altezza, i crateri poi chiamati Monti De Fiore I e II.
Ottorino De Fiore, geologo, fu per alcuni anni direttore dell'Istituto di Vulcanologia dell'Università di Catania, dove morì nel 1953, dove sostenne la causa del ripristino della cattedra di vulcanologia, abolita dopo la morte del Professore Orazio Silvestri.
Le viscose colate di lava formatesi si protrassero fino a 1.400 metri di quota.
L'eruzione di febbraio-marzo 1974 fu classificata come eccentrica, non sono quindi alimentate attraverso i condotti centrali ma da nuovi condotti indipendenti da quelli centrali e quindi non necessariamente portano alla cessazione dell'attività sommitale, le lave dei Monti De Fiore hanno una composizione più ricca di potassio e sono prive dei grossi cristalli bianchi di feldspato che venivano contemporaneamente emessi dal cratere centrale.
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