Lo stato del Vulcano fino ai primi giorni di Marzo 2019 è stato caratterizzato dalla
periodica e discontinua emissioni di cenere ed attività esplosiva dal Cratere di Nord-Est con formazione di nubi di cenere e dal degassamento dagli altri crateri sommitali, bassa attività sismica e stazionarietà dei parametri del tremore vulcanico, non è possibile escludere un'evoluzione dei fenomeni verso un'attività più energetica.
Le emissioni di cenere hanno caratterizzato l'attività sommitale dell'Etna sin dai primi giorni di gennaio 2019, cioè pochi giorni dopo la fine dell'eruzione di fianco del 24-27 dicembre 2018.
L'esame preliminare dei campioni di queste ceneri indica che si tratta prevalentemente di
materiale roccioso vecchio, già presente nel sistema dei condotti centrali del vulcano. Si è trattato di materiale molto sottile, disperso dai venti a parecchi chilometri di distanza dalla bocca eruttiva nei quadranti ovest, sud e sud-est, con ricaduta al suolo in quei settori. Ciò ha determinato anche la temporanea chiusura di alcuni spazi aerei e degli aeroporti di Catania e di Comiso.
Attività stromboliana intracraterica ed emissioni di gas cospicue e continue sono state prodotte dalla depressione settentrionale del cratere Bocca Nuova, mentre la seconda bocca intracraterica ha mostrato quasi unicamente attività di degassamento intenso, a tratti pulsante. La bocca posta in prossimità dell'orlo settentrionale del cratere Voragine continua a mostrare un'attività di degassamento incandescente. Il Nuovo Cratere di Sud-Est ha mostrato soltato emissioni di gas principalmente dalla sua bocca orientale e dalle fratture che lo bordano.
L'ampiezza del tremore vulcanico ha mostrato una leggera riduzione rispetto alla precedente settimana, mantenendosi complessivamente su valori medio-bassi. Le sorgenti del tremore sono state localizzate al di sotto dei crateri sommitali, ad una quota compresa tra 500 e 2500 m sopra il livello del mare.