L'Osservatorio Etneo dell'INGV gestisce una delle più estese e complete reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo esistenti al mondo, basata sull'acquisizione dei dati provenienti da satelliti GPS, attualmente nell'area etnea
sono presenti 34 stazioni GPS o meglio GNSS, perché da qualche anno il sistema comprende anche dati da altre costellazioni di satelliti dedicati al posizionamento, come il GLONASS, GALILEO e BEIDOU, e, grazie a loro,
possiamo osservare in tempo reale come varia la "forma" dell'Etna in
risposta ai movimenti dei fluidi magmatici che la attraversano o dei movimenti delle faglie sui suoi fianchi.
Nei periodi che precedono l'attività eruttiva è tipico osservare quella che in termine tecnico viene chiamata
inflazione, ovvero un rigonfiamento in risposta al movimento di fluidi all'interno dell'edificio vulcanico, allo stesso modo, dopo importanti fenomeni esplosivi (come quelli degli ultimi tempi) o dopo un'attività effusiva, viene osservato uno "sgonfiamento" che prende il termine tecnico di
deflazione, questi cicli di inflazione/deflazione assomigliano molto al respiro del vulcano e, all'Etna, questo processo è particolarmente evidente.
I recenti dati mostrano che dall'inizio dell'attuale fase eruttiva, con le sue frequenti fontane di lava,
l'Etna sta mostrando una forte deflazione, maggiormente concentrate e dirette verso l'area centrale del vulcano, ad indicarci che la sorgente di questa contrazione/sgonfiamento è ubicata proprio al di sotto dell'area sommitale etnea.
Queste informazioni sono di fondamentale importanza perché
permettono di valutare eventuali analogie o differenze con scenari già osservati nel passato, e quindi, di immaginare anche i probabili scenari futuri.
Gli studi di deformazione da misure geodetiche sono iniziati all'Etna da metà anni '70 e hanno permesso di modellare i meccanismi eruttivi a partire dall'eruzione del 1981, che pericolosamente minacciò Randazzo e causò seri danni, sino ad arrivare, attraverso numerose eruzioni principali, alla recente intrusione del 2018, in un lavoro appena pubblicato sulla rivista
Frontiers in Earth Science - Volcanology, Alessandro Bonaccorso e Marco Aloisi hanno analizzato tutti i periodi di sola ricarica che hanno preceduto gli eventi eruttivi maggiori negli ultimi 40 anni, e, in tutti questi casi la ricarica è stata caratterizzata da un'espansione (inflation) dell'edificio vulcanico, che è ben rilevabile dalle tecniche geodetiche.
Lo studio completa in modo dettagliato il
quadro di tutte le sorgenti di ricarica che caratterizzano la geometria e il percorso di risalita e/o stazionamento del magma (plumbing system) negli ultimi 10 chilometri crostali.
Le
fasi di ricarica possono essere raggruppate in
tre tipologie: il periodo di ricarica che precede le frequenti eruzioni effusive del fianco e presenta marcati scivolamenti del fianco E come le fasi A e D (fase di ricarica e gonfiaggio di
TIPO 1, il periodo di ricarica che precede l'attività effusiva principale senza forte esplosività, come le fasi B e F, fase di ricarica e gonfiaggio di
TIPO 2, e, il periodo di ricarica che precede una forte attività esplosiva come le fasi C e D, fase di ricarica e gonfiaggio di
TIPO 3.
In generale, durante le fasi di gonfiaggio/sgonfiaggio il comportamento medio del vulcano si riflette bene nella risposta di deformazione del fianco occidentale, questo settore è il più rappresentativo poiché non è coinvolto nell'instabilità del fianco su larga scala che colpisce i fianchi SE ed E, a causa del marcato movimento di scorrimento verso ESE del fianco orientale, che non è direttamente collegato ai processi di ricarica/scarica del magma.
Le fasi eruttive sono state precedute dalla ricarica caratterizzata dal gonfiaggio e poi sono state accompagnate dallo sgonfiaggio durante le eruzioni, come rilevato dal monitoraggio della deformazione,
appare quindi chiaro che l'azione primaria che produce il ciclo di inflazione/deflazione è caratterizzata dall'arrivo e dall'accumulo di nuovo magma seguito dalla successiva scarica di magma durante le eruzioni
In particolare, l'indagine mette in luce un aspetto contro-intuitivo, viene infatti evidenziato che le principali eruzioni esplosive (i.e. le eruzioni di fianco 2001 e 2002 e la fase prolungata di fontane di lava del 2011-2013) negli anni precedenti il loro inizio
sono state precedute da un abbassamento della sorgente di pressurizzazione lungo il plumbing system.
Una questione aperta e molto interessante è se la tipologia eruttiva possa essere distinta durante la fase di ricarica, cioè se l'eruzione successiva sarà puramente effusiva o di natura esplosiva, in particolare, in questo lavoro si è approfondito questo problema attraverso un'analisi della posizione della sorgente durante le fasi di ricarica.
Questo comportamento, oltre le chiare implicazioni che permetterebbero di
riconoscere in anticipo il susseguente stile eruttivo, rappresenta un intrigante aspetto di novità, che potrà rappresentare una sfida per futuri approfondimenti.