Dall'Etna al Vesuvio, modelli più precisi per studiare i vulcani, e
più il magma è ricco di acqua, maggiore è la profondità a cui staziona nelle viscere del vulcano.
Lo studio di oltre un centinaio di vulcani del mondo, inclusi i Campi Flegrei, l'Etna, lo Stromboli e Vulcano, realizzato dai ricercatori dello Smithsonians National Museum of Natural History e della Carnegie Institution for Science, i risultati, pubblicati su Science,
saranno utili a elaborare modelli fisici sempre più precisi delle dinamiche interne ai vulcani.
Lo studio mette in
relazione la profondità a cui stazione il magma con l'acqua in esso contenuta, un elemento importante perché l'acqua gioca un ruolo cruciale nell'innescare e alimentare le eruzioni.
Se si verifica un improvviso calo della pressione, come quanto si stappa la bottiglia, si formano bolle di gas che fanno risalire il magma e poi lo fanno fuoriuscire dal vulcano, come la soda che schizza fuori dalla bottiglia, un maggior contenuto di acqua nel magma significa un maggior numero di bolle di gas e
potenzialmente un'eruzione più pericolosa.
Con le loro simulazioni, i ricercatori dimostrano che il magma durante la risalita perde acqua fino a raggiungere una particolare viscosità che ne determina lo stazionamento.
Questo studio
è interessante perché ci permette di capire come la presenza di acqua condizioni la profondità della camera magmatica, ma dobbiamo ricordarci che la composizione del magma è solo uno dei fattori in gioco, i risultati dello studio saranno sicuramente utili a perfezionare i modelli che descrivono le dinamiche interne ai vulcani.