Il sentiero del Punto Base n° 21 del parco dell'Etna, che può essere raggiunto sia da Nicolosi che da Pedara,
ottimo per passeggiate tra i boschi, con un paesaggio di estremo fascino e di interesse
naturalistico e geologico, non escludendo spunti faunistici.
La parte iniziale, una stradella in ripida ascesa, è l'unico punto più ripido che segna l'ingresso nel piccolo bosco, il
Castagno è una pianta largamente diffusa sull'Etna, dove riesce a formare anche raggruppamenti boschivi puri, il nome dialettale degli amenti di castagno è
"surfareddi", in quanto ricordano, nella forma, i solfinelli che vengono usati per solforare le botti.
Superato il bosco e svoltato a destra si entra all'interno del
demanio forestale, zona riqualificata e ristrutturata nel 2015 da personale forestale e associazioni e tecnici del comune di Pedara, l'area è delimitata ad est e a nord dalle colate laviche del 1634-38, ad ovest dalle colate del 1766 e del 1892, ed a sud da un'ampia zona ancor oggi coltivata a frutteto, l'eruzione del 1634, scaturita da Serra Pizzuta Calvarina, durò circa 4 anni minacciando Pedara e Trecastagni, arrivando fino ad Acireale.
Nella zona di demanio, comoda per
area ristoro e picnic, possiamo trovare una tipica cisterna restaurata che, oggi come allora, serviva uomini e animali, con vicino tavoli e braciere, e non molto lontano il rifugio gestito dalla forestale, con ancora altri tavoli e ampia zona ricreativa.
Alle spalle del rifugio, si sale per il monte salto del cane, tra i crateri più antichi, datato 150 A.C, è formato da un'avvallamento e da due bocche dette a bottoniera, al suo interno blocchi rocciosi di grandi dimensioni ed una caratteristica grotta di scorrimento lavico, paesaggio di interesse geologico e naturalistico con un panorama a 360°, con alberi di leccio, pioppo tremulo, sorbo meridionale, roverella, rosa canina e alcuni esemplari isolati di faggio.
Proseguendo il sentiero, sulla sella che separa la bocca di mezzo da quella principale è un rapimento del respiro, si può ammirare l'
Etna in tutta la sua maestosità con il cratere di Sud-Est in primo piano sopra la cosidetta schiena dell'Asino, la parte meridionale della valle del Bove con più in basso il cratere del solfizio, e più in alto la montagnola con i monti silvestri e monte serra pizzuta galvarina.
Ritornando sul sentiero,
attorno alla base del cratere, si supera la zona più umida della zona, quasi sempre in penombra, con un altra piccola zona ristoro con un tavolo, superata si entra di nuovo nel bosco di castagne per il rientro al punto di partenza, guardando un vecchio ovile (mannira in dialetto) in disuso e con accanto i resti di una tipica casetta avente i muri fatti di scaglie laviche costruita senza alcun legante.
Trekking piacevole, sia per neofiti che per famiglie, da poter percorrere in mountain bike ed in escursioni a cavallo.