Monte sona e Monte manfrè, sono entrambi dei crateri antichi, facenti parte del territorio di Belpasso, e rappresentano una zona di grande
pregio naturalistico nei pressi di piano bottara, a ridosso della strada provinciale 92, e sono facilmente percorribili.
Durante tale tragitto è facile poter godere di una fitta vegetazione, in parte naturale e in parte di rimboschimento, di querce e castagni sul Manfrè, e lecci, querce e pini larici per quanto riguarda il monte Sona, raggiungendo il cratere diNquest'ultimo, è possibile ammirare la
vista sulla parte sommitale dell'etna e sul golfo di catania, oltre a poter osservare parte della colata del 1983.
Il primo tratto attraversa Monte Sona, molto frequentata per le caratteristiche
botanico e micologico e per l'imponente presenza di uno dei bracci lavici del
1983, fermatosi più giù in corrispondenza della strada Milia, questa zona è ben gestita dal demanio forestale, è possibile trovare a un centinaio di metri anche un'area di sosta.
Si percorrerà, sino in cima, il sentiero di
Monte Sona, uno dei circa 300 crateri avventizi che caratterizzano il panorama etneo,
l'antico cratere, la cui formazione è fatta risalire all'anno 1000 circa, su cui è possibile anche una semplice passeggiata pomeridiana oppure un picnic all'ombra di maestose querce, su un itinerario dove è possibile coinvolgere tutta la famiglia, compresi i bambini.
Il tratto successivo, grazie ad una carrareccia che costeggia ad ovest Monte Sona e che attraversa la colata lavica, ci conduce alla base di Monte Manfrè, da qui un sentiero ci porta al
Rifugio, perfettamente integrato nel paesaggio, caratterizzato da imponenti
alberi secolari di castagno e suggestive formazioni laviche.
Il rifugio è raggiungibile anche da un ingresso posto sulla vicina S.P. 92 tramite una comoda carrareccia lunga circa 500 metri, conosciuta anche tramite la
sentieristica del CAI, come parte del sentiero 786A, che collega Belpasso al rifugio, e come 786B che collega il rifugio alla pista altomontana.
Il bosco comunale di Monte Manfrè si trova a nord-ovest di Monte Sona, e presenta un impianto vegetazionale caratteristico dei boschi etnei, con presenza di castagni, querceti, faggi e noci, oltre alla vegetazione arbustiva spontanea come la ginestra,
riqualificato nel 2015, con l'intervento di ristrutturazione dell'edificio rurale tradizionale annesso al bosco, il vecchio rifugio di proprietà del comune di Belpasso con l'annessa cisterna e il suo utilizzo quale struttura ricettiva per un turismo itinerante.
Un sentiero
molto semplice e ricco di natura, di flora ma anche di
fauna, in passato è stato rinvenuto anche un nido di aquila tra gli alberi di Monte Manfrè e dove al calare del sole è facile osservare
ghiri che si rincorrono sui rami degli alberi e al giungere del buio sentire il verso della
Civetta e dell'Allocco, mentre è quasi assicurato l'incontro con la classica e caratteristica
Volpe rossa dell'Etna.