L'escursione avrà inizio a
Piano Provenzana salendo per l'apparato eruttivo delle bocche a bottoniera che nell'autunno del 2002 ha generato una delle più imponenti eruzioni degli ultimi anni, distruggendo i negozi, gli alberghi e gli impianti sciistici e gran parte della pineta Ragabo con una portata di 160 milioni di metri cubi di lava.
Piano Provenzana è una stazione sciistica situata nel versante nord dell'Etna, detta anche
Etna Nord, a quota di 1.820 metri s.l.m. nel territorio del comune di Linguaglossa, è immersa in una grande pineta ed ha l'aspetto di un paesaggio alpino con l'aggiunta della visione del mare Ionio ad est e dello Stretto di Messina a nord.
La prima sosta lungo il tragitto è nelle vicinanze di Monte Nero, formatosi nell'eruzione nel 1646, dove vicino alla sua base è possibile osservare il più grande sistema eruttivo in frattura rimasto sull'Etna ed uno dei meglio conservati, l'
abisso di Monte nero.
Superato si prosegue sulla zona delle
bocche del 2002, e ancora più su, sarà possibile ammirare i
crateri Umberto e Margherita con la loro colata del 1879, oltrepassato il sentiero battuto si prosegue infine verso la base di
Monte Pizzillo(quota 2350 m), il paesaggio diventa quasi lunare, caratterizzato da diversi apparati eruttivi e dalle loro lave variegate antiche, colorate qua e là dai cuscini di Astragalo, dalla Saponaria, dal Senecio e dal Rumex Aetnensis.
Il sentiero diventa poco visibile e con alcune colate laviche da superare, ma risulta più rapido per l'arrivo alla suggestiva
grotta del lago, formazione risalente all'eruzione del 1620 che deve il suo nome ad una grande pozza d'acqua che si forma al suo interno, usata dai pastori per abbeverare le pecore (unici frequentatori dei luoghi nel passato e grandi conoscitori del territorio), una
tipica grotta di scorrimento lavico dovute a flussi magmatici importanti che crearono canali profondi coperti da croste più o meno spesse.
Si torna a salire, in questa zona il sentiero è ben segnato e collega monte Pizzillo con la Grotta del gelo, e proprio a metà percorso è possibile ammirare i
meravigliosi, particolari e unici coni di spatter del territorio Etneo, formazioni risalenti all'eruzione del 1947, formati da lava poco viscosa, che caratterizza molto le eruzioni da questo versante dell'Etna, altamente fluide, che ne rende unica la forma, e in alcuni è possibile anche l'accesso.
Sia per la
posizione, forma e bellezza, risultano essere un luogo assolutamente da visitare.
Finita la sosta, l'ultima salita verso il rientro al punto di partenza, passando di nuovo per monte Pizzillo, l'orlo dei crateri del 1879 e la bottoniera del 2002,
inizia così la discesa verso il monte Tanaurpi (nome dialettale per indicare la tana della volpe) e per l'ultima sosta dove sarà possibile ammirare un
pino plurisecolare dalla dimensione veramente enorme e dalla forma particolare da cui ne deriva il nome popolare, il
Pino Elefante, proprio perchè da alcune angolazioni la forma particolare dei lunghi rami, ricorda la proboscide e la forma di un elefante.
Un sentiero con dei bellissimi punti da visitare, che richiede una
modesta preparazione fisica, ma che sicuramente ripaga per l'attività fisica svolta...