Un bellissimo
sentiero ricco di natura e di storia, che consente di osservare diversi ambienti del territorio Etneo, dai boschi iniziali di castagni e pini, al passaggio tra le
coltivazioni di nocciole, dai
crateri del 1928 che condizionarono la vita degli abitanti del luogo, fino alla presenza di ben
3 alberi monumentali che ne segnano la ricchezza naturalistica.
In lingua siciliana il termine
"naca" si riferisce alla culla, tale terminologia è stata attribuita al sito in virtù di una zona depressa che somiglia per l'appunto ad una culla.
Le
Ripe della Naca sono un elemento geologico relativo alla fase delle timpe sull'Etna, e si tratta di attività vulcanica preistorica, caratterizzata da eruzioni non concentrate in singoli crateri, ma diffusi lungo delle precise linee di frattura o di faglia, si tratta dunque di
enormi eruzioni fissurali, le cui lave estremamente fluide crearono delle vere e proprie scarpate tuttora presenti in alcuni punti dell'Etna, l'
eruzione del 1928 fu l'ultima a causare la distruzione di un intero paese, e Mascali fu infatti spazzata via nel giro di poche ore.
Il sentiero inizia proprio dal
santuario Magazzeni nell'omonima contrada, edificato trent'anni dopo, nel 1958, nel luogo in cui si arresto la colata, situata a circa 6 km dal centro abitato di Sant'Alfio, come sacro memoriale dello scampato pericolo del paese e delle campagne, usata da base e punto di ritrovo per diverse escursioni.
Subito dopo un centinaio di metri l'incontro con il primo albero monumentale, un
castagno plurisecolare formato da diversi polloni dalle dimensioni imponenti, la zona è ricca di alberi di grandi dimensioni, usati anticamente come punti fiduciali per segnare i confini dei terreni coltivati.
Superata la zona pianeggiante, l'inizio della salita segna l'ingresso delle ripe della naca che attraverseremo lungo un sentiero poco battuto ma riconoscibile con boschi di quercia e castagni, fino alla cima, il costone delle Ripe della Naca che costituiscono il piano di una faglia, con l'arrivo ai
crateri del 1928, dove la notte del 5 novembre la lava irruppe nel sito a una quota di circa 1200 metri e nel giro di appena 36 ore raggiunse la città di Mascali.
Oltrepassata la zona della colata lavica il tracciato rientra nei boschi per poi incontrare la strada asfaltata, qui è possibile ammirare un bellissimo esemplare di
roverella monumentale, e da qui in poi la discesa verso il punto di partenza con la visita finale in un terreno privato di un agriturismo di uno splendido esemplare di
betulla plurisecolare.
Un percorso
piacevole con molti punti d'interesse che raccontano la storia di un luogo molto vissuto e amato dagli abitanti del luogo, percorribile anche in bicicletta con alcune modifiche rispetto al nostro tracciato.